Dopo la pesante sconfitta subita in quel di Rubano contro la capolista Sarmeola, i wine-coloured hanno fatto ritorno nella città-stato di San Giacomo solamente martedì pomeriggio. Numerose le traversie che i nostri baldi eroi hanno attraversato durante il viaggio; tra questi, anche uno stormo di cazzi alati che voleva incularli. Ma andiamo con ordine. Partiamo dalla fine. Del match. Col Sarmeola. Terminato la partita, mister Bortoli ha personalmente provveduto ad un lavaggio sterilizzante dei propri uomini con della lava liquida di provenienza siciliana, più esattamente del cratere dell'Etna. "Non è una punizione", ha precisato il trainer tranquillizzando gli animi. Soddisfattissimo Tamburin, che al posto dell'epidermide ha la cotica; un po' meno gli altri che hanno dovuto attingere a piene mani da una barattolone gigante di foille. Si noti il pizzico di esagerazione in tal gesto; eccheccazzi, mica sono stati lavati col lanciafiamme!!! Anche perché c'è da dire che la lava non è più quella di una volta. Terminato il bagno caldo, le ustioni più gravi sono state lenite con foille e con un unguento medicamentoso preparato direttamente dall'alchimista Pattaro. L'unguento è scaduto nel 1979, e forse è proprio per questo che fa così bene: l'uomo lo ha chiamato CALCIO NEI COGLIONI giacché, nell'immaginazione dell'alchimista, l'effetto sulla pelle è quello di un calcio ben assestato nei coglioni. Se faccia bene o faccia male, non è dato di saperlo; certo è che il nome di tal pastrocchio pone seri dubbi sulla bontà del prodotto.
Ma torniamo nello spogliatoio.
Terminata la doccia, i ragazzi si sono rivestiti con dei sacchi di iuta legati in vita con un budello di vero vitello ed hanno raggiunto il mezzo che li attendeva nel parcheggio antistante il campo sportivo: una mongolfiera gigante, gonfiata con i gas di scarico del culo di alcuni sedicenti tifosi granata. Per dovizia di particolari, aggiungerei che un paio di questi avevano mangiato -presumibilmente- uova sode, pesce marcio e bambini morti con le scarpe da tennis. Ma tutto ciò è ancora misconosciuto ai giocatori del S. Giacomo che, mestamente, occupano i posti a sedere della mongolfiera, che salpa sfidando i venti e dirigendosi in direzione sud-est.
All'altezza delle Brentelle una tromba d'aria incrocia il tragitto dei nostri eroi, e risucchia nel suo vortice Cacco e Benetti. Nessuno se ne accorge, neppure loro. Superato il primo ostacolo, ecco che se ne manifesta un secondo, stavolta terribile: animato da profonda passione musicale, Mazzucato intona sommessamente le prime strofe di "Ci vorrebbe il mare", geremiade in musica di Marco Masini. Neppure il tempo del primo accordo, che Toniolo tira fuori dal saio la spada da samurai e se la infila in bocca. Per un po' la mastica pure, poi stira le zampe tra fastidiosi zampilli rossi che fuoriescono dal suo corpo dilaniato. Friso, molto più avvezzo ad eventi simili, getta l'improvvisato cantante dal finestrino che precipita nel vuoto e finisce sopra una macchina degli sbirri. Grossi cinque di soddisfazione al difensore granata, grida di giubilo e numerosi hip hip hurrà si levano in cielo da parte di tutti, nessun escluso.
Personalmente ricordo che cotanta gioia non la provavo dal 17 Aprile 2010 quando il Magico Picchio espugnò Ancona con un gol di Giorgi al 93'!!!!
All'altezza del Canale di Battaglia, però, avviene un fatto disdicevole. La tribù dei culi rotti, che comanda le chiuse del canale nei pressi del ponte del Bassanello, sostiene che la mongolfiera ha violato la no-fly zone e la attacca con tutte le forze a disposizione al sinistro grido di:
"Vi romperemo il culo".
"Oh oh -osserva Cecchinato- mi sembla di avel visto un glosso gatto!
Ah Titti er canarino, quello non è un gatto, quello è 'n cazzo, e c'ha pure le ali. E' probabile che si tratti dell'uccello padulo, quello che s'infila all'altezza del buco di culo! replica un preoccupatissimo Conti Borbone.
BREVE EXCURSUS STORICO - La tribù dei culi rotti ha due caratteristiche negative: la prima è che emette odori malsani a causa della rottura; la seconda è che sono molto vendicativi. Insediatisi intorno al Bassanello verso la fine degli anni '30, la tribù si è organizzata in una repubblica parlamentare delle banane (non è un caso che tale repubblica venga definita delle banane e non già, ad esempio, dei melograni) e dotata di un esercito di mercenari, il temibilissimo esercito dei cazzi alati. Grazie a delle alette che spuntano nel corpo, i cazzi alati volano a mezz'altezza pronti ad infilarsi in ogni pertugio inoculando il loro liquido malandrino. Con loro bisogna stare molto attenti; talvolta non è sufficiente la cintura di castità per rendersi imperforabili, e neppure un tampax con l'aggiunta di un (voce femminile) "non posso, ho le mie cose". Quelli, le cose, te le fanno uscire dal culo, altroché!!!Ma torniamo all'odissea dei nostri eroi. Dunque, Bolzonella e compagni sono in serio pericolo. La mongolfiera è quello che è, la sua velocità è troppo più lenta di quella dello stormo di cazzi alati che prendono a volare ad altezze preoccupanti. Sembra non esserci via d'uscita quando... Ve l'ho mai detto che Pizzo è un ragazzo molto intelligente e dotato di vaticinio? Nella borsa da calcio, assieme alle scarpette, porta seco dei tritacazzi. Che non sono delle persone che rompono il cazzo, ma una specie di tritarifiuti. Con la differenza che si limitano a tritar cazzi. In piedi sulla cesta della mongolfiera, Pizzo mostra i suoi pugni al cielo (in partita li aveva mostrati alla mandibola di Conti Borbone, che non aveva granché gradito, pur riconoscendo il duplice pugno come un colpo degno del miglior Tyson) poi, dopo aver pronunciato la formula magica (singhiozzo del mio singhiozzo, vai nell'acqua che c'è nel pozzo, sennò ti prendo sul gargarozzo e in men che non ti dica ti strozzo! Brutto stro-(n)-zzo), ha rilasciato nell'aere i tritacazzi i quali, in men che non si dica, hanno fatto incetta dei cazzi volanti, permettendo così ai nostri eroi di arrivare sani e salvi sino a Salboro.
Più o meno all'altezza dell'uscita della tangenziale, un'opprimente puzza di merda comincia a disturbare il volo della mongolfiera, che perde pericolosamente quota. E' dramma. Buson comincia a piangere disperato e si piscia addosso. Fiorin, che da grande vuol fare il buon padre di famiglia, gli cambia con cura il pannolino e poi lo picchia a sangue. Zanatta F. fa un rutto per scaricare la tensione, Borsetto si spreme le meningi per trovare una soluzione ma, a parte una puzzetta, altro non riesce a produrre. Così è il claudicante Casotto a prendere in mano le redini del gioco e, dopo essersi rivolto agli Dèi dell'Ortone e ricevute da essi dettagliate istruzioni per risalire in quota... Ahò, sto testa de cazzo nun apre la valvola der pallone che era stato gonfiato con le puzze dei più marci del circondario di San Giacomo??????
A Borsetto vola via il parrucchino che, fatalità, finisce in testa a Conti Borbone, il quale si assesta il ciuffo con cento colpi di spazzola e poi si mette a dormire. Rizzo, invece, subisce il distacco della palla destra che, lemme lemme, rotola fuori dalla cesta schiantandosi al suolo. Fatalità, colpisce in testa un vigile urbano intento a far la multa ad un Ciao della Piaggio per eccesso di velocità. Massima velocità di un Ciao modificato: 47 km/h (in discesa e con vento a favore). Invano Vendramin e Barison si protendono per cercare di recuperare il coglione rotolante: i due crani si schiantano tra loro producendo un enorme rumore di ferraglia. Mentre i più mugugnano e propongono di linciare Casotto (anche perché qualcuno aveva persino cagato dentro al pallone... Dunque, non era solo aria quella fuoriscita dalla sonda...), ecco la solita mano invisibile (il famoso deus-ex-machina, tanto per intenderci) che solleva i nostri eroi e li riporta in cielo...
Non che siano morti, intendiamoci. Semplicemente, lo scontro tra le due puzze devastanti ha creato una nuvola di calore che si è schiantata a terra per poi risalire in cielo, investendo e spingendo il pallone verso Dio...
Poco importa che tutto ciò non sia avallato dalle leggi della fisica, dato che la storia la scrivo io e la faccio finire come cazzo me pare e della fisica non mi curo; preferisco di gran lunga la fica.
Col pallone in alto nell'alto dei cieli, sempre più lontano dal luamaro di Salboro, i wine-coloured utilizzano tutte le forze residue per una standing ovation in onore di Casotto, che viene portato in trionfo e lanciato in aria al grido di:
"Per Casotto hip hip HURRAAAAAAA!"
Un colpo di vento scaraventa però il centrocampista giacomense -per il quale si prospettava un futuro da eroe ed una statua di cioccolato al latte nel piazzale antistante il St. James' e lui, ghiottissimo, se la sarebbe mangiata tutta rischiando lo scagotto -fuori dal pallone. Per lui non c'è stato ritorno a casa, né celebrazioni. Solo un anonimo:
"Eh, vabbè, sti cazzi!"
pronunciato da qualcuno all'interno del pallone che, finalmente, comincia ad intravedere il paesaggio familiare.
Le guglie del campanile della chiesa di St. James'. Subito un'idea: diamogli fuoco. Purtroppo, però, erano finiti i fulminanti!
La foresta di St. James'.
Il parcheggio del St. James'.
Il campo del St. James'.
La sala stampa del St. James'.
Il circolo ricreativo del St. James'.
L'aeroporto del St. James'... sul quale i nostri eroi, nel tardo pomeriggio di martedì sera, finalmente atterrano. Giusto in tempo per il duro allenamento che mister Bortoli, senza la benché minima traccia di compassione, ha preparato per Cecchinato e compagni.
Nessun commento:
Posta un commento
Non è importante come mi chiamo, è importante quel che ti dico: