13 ottobre 2010

STRONZI, ACHEI O FIGLI DI TROIA(NI)?

Grossa sorpresa alla ripresa degli allenamenti del S. Giacomo. L’ultimo turno di campionato, coinciso con una convincente prestazione contro gli avversari del S. Ignazio, ha portato i wine-coloured alla ribalta nazionale. Dopo l’ampio servizio che la Gazzella dello Sporco ha dedicato ai nostri eroi nella giornata di lunedì, ecco la Rai che –ieri sera- ha preferito trasmettere l’allenamento di Cecchinato e compagni a scapito della partita della nazionale italiana contro la Serbia. Sei minuti, solo sei minuti di partita degli azzurri! Tre in più di quelli previsti dai Negramaro! Poi, i cronisti, hanno testualmente dichiarato:
A noi degli azzurri importa sega, noi vogliamo vedere lo spettacolo, quello vero. Anzi, vogliamo vedere come si allenano i veri campioni”.
Parole chiare. Argentine. Che non lasciano adito a “se” o “ma”. I raioti vogliono davvero imparare l'arte del calcio, e per apprenderla chiedono aiuto ai migliori. Cazzo, raga, siamo troppo i migliori!!! Così, dopo aver mandato un quarto d’ora di pubblicità di varie tipologie di macchine per il lavaggio e la riparazione di profilattici usati, e un trailer dell’ultimo film di Ilona Staller (quello in cui l'emmenthal ungherese s’infila un pitone ‘n fregna e lo tira fuori dalla bocca), sono scesi in campo loro. Già, proprio loro. Cioè noi. E questo è il racconto di quel che è avvenuto al St. James’ in un martedì insolito, illuminato dal consueto sole delle 21:05 che il presidente Bagarello programma settimanalmente per consentire ai suoi ragazzi di allenarsi sotto la luce solare, anziché quella artificiale (con conseguente, enorme risparmio energetico). Il primo ad arrivare è, come al solito, Conti Borbone a bordo del suo elegantissimo calesse di fine '800. Il classe ’91 viene immediatamente attorniato dai cronisti col cric in mano ma lui, con l’ausilio del girello, li scarta tutti e si dirige verso lo spogliatoio. Purtroppo, però, inciampa sulla carcassa di un cavallo lasciata inavvertitamente lì da qualche dirigente due mesi orsono. Il ragazzo finisce per terra, proprio su una merda di un giornalista Sky che, non sapendo dove farla visto che il WC del St. James’ è fuori uso dal 1978, l’ha fatta proprio lì, pulendosi il culo con la criniera del cavallo. Tanto era morto! Arrivano nel frattempo i temibilissimi bad boys wine-coloured, il braccio violento della squadra. ovvero Rana, Buson e Rizzo, che inducono con le buone (ovvero roteando Zanatta F. sopra le loro teste) i giornalisti a comportarsi come tali. Impaurita e disorientata, anche perché nel frattempo è arrivato anche Pizzo che ha mollato una scorreggia atomica (tanto atomica da indurre Rizzo ad inginocchiarsi ai suoi piedi mormorando: “Mio Maestro! Ti porterò eterno rispetto”), la carta stampata tramuta improvvisamente le intenzioni bellicose in gridolini di gioia, manifestazioni d'affetto, effusioni amorose, richieste di autografi e di peli puberali. Un voltafaccia tanto clamoroso quanto inaspettato! Un voltafaccia che contravviene il rigore morale delle penne nostrane!!!
Fatto sta che un nugolo di giornalisti si avvicina a Conti Borbone, riempiendolo di pacche sulle spalle e di complimenti. Le pacche sulle spalle sono un segno d’affetto che fanno piacere a tutti, soprattutto quando sei caduto con la spalla su una merda.
Ricordo che nel 1996 mi capitò di svenire, esattamente sopra una merda, squagliandola proprio con una spalla. Ero a Roma. Il mio amico romano mi raccolse e mi sorresse per quella spalla. Sentiva la mano bagnata, così l’asciugò sui jeans. Ma la mano continuava ad essere bagnata. Così, assalito da un tragico sospettò, annusò l’arto e… Sorpresa, puzzava di merda! Da quel giorno, non manca mai di ringraziare il signore per quel dono che lo colpì –improvviso- allo spirar di una buia nottata romana che l'alba non aveva fretta di attenuare.
Torniamo però al nostro supereroe prima che le pacche gli lussino una spalla. All’ennesima pacca, s’incazza e dice:
Vabbè, mo’ la merda l’avete pulita. Andiamo avanti”.
Giornalista: “Domenica scorsa il S. Giacomo ha disputato un’ottima gara vincendo e convincendo. Si sente di rivolgere un pensiero a qualcuno in questo momento di particolare gaudio?”
Io: “A parte il fatto che io ho pensieri solo quando dormo e li chiamo sogni. Comunque, attualmente il mio unico neurone volge al capo-ultras delle RICUCITE GRANATA che –a fine gara- m’ha fatto una pompa con ingoio. Della dentiera. La ricucita mummificata, un’arzilla novantenne con la sorca glabra, nel momento topico s’è ingoiata la dentiera. Che gente assurda frequenta questo mondo!”
Giornalista: “Lontano dai microfoni vorrei chiederle il cell della ricucita, sono molto interessato, anche se di base sono un necrofilo latente. Ma torniamo al match di domenica. Siete partiti contratti, poi vi siete evoluti colpendo a freddo e duramente l'avversario. Qual'è stato l'episodio determinante? Quello, cioè, che ha scatenato il vostro istinto omicida?”
Risposta non c'è, o forse è quella di Tamburin,che arriva, s'impossessa del microfono dopo aver ruttato in faccia al giornalista provocandogli lo scollamento del parrucchino, e comunica agli astanti:
Scusate, signori, noi siamo una squadra seria, siamo venuti per allenarci con la massima professionalità, lasciateci al nostro mestiere. Grazie”.
I ragazzi entrano nello spogliatoio per cambiarsi; i giornalisti restano fuori, e nel mentre posizionano le telecamere intorno al campo per cercare di carpire i segreti di mister Barison senza lasciarsi sfuggire neppure un punto e virgola. Mister che non fa una grinza, e fischia l’inizio dell’allenamento tra gli applausi della carta stampata. Dopo il riscaldamento effettuato in mezzo al campo con tanto di falò, il tecnico divide la squadre in quattro gruppi. Il primo è composto da Fiorin, Ercole, Borsetto e Tono; ad essi viene assegnato un mazzo di piacentine per dare inizio ad un furioso torneo di strip-rubamazzo. Il secondo gruppo, formato da Vendramin, Giantin, Toniolo e Romanato, viene dotato di un cacciavite e vien mandato nel parcheggio antistante il St. James’ a rubare autoradio e soldi spicci nelle auto parcheggiate. Curioso l’episodio occorso a Romanato: nella concitazione del momento, ha rubato anche la sua, di autoradio. Un terzo gruppo (Ranzato, Noventa, Bolzonella e Tamburin) viene spedito nell’Auditorium Rebeccato per partecipare a delle lezioni di volo e conseguire il diploma di piloti di aerei telecomandati e aquiloni. Il quarto gruppo (Ale. Barison, Rizzo, Greggio e Friso) viene impegnato in un singolare gioco: l’obiettivo è quello di spezzare le dita ai compagni ed infilargliele nelle orbite oculari. A fine allenamento, Rizzo è soprannominato Polifemo. Il quinto gruppo… Si, lo so, avevo detto che i gruppi erano quattro, ma se continuate a cacare il cazzo ne aggiungo altri 6. Dicevo, il quinto gruppo –formato da Benetti, Zanatta F., Buson e Casotto- è stato spedito nella Sala TV Pattàro-Pàttaro a guardare la saga TWILIGHTS e, successivamente, presso l'Aula Temi Pizzeghello a svolgere una sinossi di quanto osservato. Buson promosso a pieni voti. Il suo tema? Sintetico, ma efficace: You have the choice that I didn't have. Il sesto gruppo –Conti Borbone, Pizzo, Rana e Cecchinato- profondevano il massimo impegno nel raccogliere peli pubici stagionati rimasti nei piatti delle docce. Tra vero sudore (sgorgante copioso dalle loro fronti) e piattole, uniscono i villi a mo' di collana donandone una a ciascun giornalista presente.
Profondamente commossi per tale manifestazione d’affetto e per aver visto coi loro occhi cosa vuol dire allenarsi duramente in terza categoria (chi diceva che la terza categoria è tutta chiacchiere e distintivo, deve fare pubblica ammenda), i giornalisti tributano un’ovazione di ben 78 minuti ai wine-coloured. Allo scoccar del 79° minuto, il trainer Barison -con lo scroto lacerato e sanguinante- chiama gli ultras granata che intervengono prontamente infilando tutti i giornalisti dentro al cavallo, facendoli penetrare dal bucio di culo. Da qui il titolo del post.

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