primo tempo: 1-0
S. GIACOMO: Benetti; Buson, Cacco, Toniolo, Friso (Rana); Cecchinato, Bolzonella (Giantin), Rizzo, Vendramin (Ale. Barison); Ranzato (Mazzuccato), Noventa. All.: Ant. Barison.
MARCATORI: uno di loro al 15' p.t.; un altro al 5' s.t., l'ultimo al 46' s.t..
NOTE: spettatori una sessantina circa, che si cagavano in mano dal gran freddo. Ammonito Friso. Recupero 2' e 5'.
MONTEGROTTO TERME - In una freddissima serata del mese di febbraio, tra i battiti delle dentiere di una sessantina di tifosi presenti sugli spalti ed i movimenti tellurici intestinali scatenati dalla rigida temperatura, il S. Giacomo cola a picco di fronte ad un avversario molto ben organizzato. Il risultato, purtroppo, non fa una grinza: non ci si può appellare a presunti torti arbitrali. O alla sfortuna. O alle assenze. Il 3-0 finale pesa come un macigno sulle sempre-più-curve spalle wine-coloured, che hanno dimostrato di trovarsi in enorme difficoltà di fronte ad una squadra che ha spesso giocato di prima e con la palla a terra. Ha giocato a calcio, cioè. Poi, vabbè, possiamo continuare a dire quel che realmente non pensiamo, possiamo continuare ad illuderci che possiamo ancora farcela, e che la squadra c'è, e che quando recupereremo gli assenti, e quand'anche la fortuna tornerò a girare dalla nostra parte...
Ahò, ma quanto cazzo è lungo il dito dietro al quale ci nascondiamo?
A proposito di dito. Non mi piace puntare il dito sulla gente ora che non sono della contesa. Però da fuori -dagli spalti, intendo- si vedono delle cose che in mezzo al terreno di gioco vengono coperte da fango, rabbia e fatica. E lacrime.
ECCO COSA HO VISTO IERI - Il Montegrotto è parsa una buona formazione, dotata di elementi niente male che ha messo più e più volte in difficoltà i granata sul lato sinistro del campo. Non è bastata l'inversione dei terzini: in quella zona i locali manovravano di prima e rasoterra e si ritrovavano in men che non si dica davanti a Benetti. Tatticamente, il S. Giacomo era disposto malino in campo, e per 90' nessuno ha capito che, magari, perlomeno da quel lato, un centrocampista avrebbe dovuto rinculare di più e meglio. Pazienza. Il dato più raccapricciante è però determinato dalle azioni costruite dal S. Giacomo. Volete sapere quante? Zero assoluto. Nessuna azione costruita in 97' minuti. Cazzo, oh, novantasette minuti sono tanti da passare! Novantasette minuti sono 5.820 secondi! Cazzo, in un paro de sti (quasi) seimila secondi una cazzo di idea offensiva non ha attraversato manco di striscio la vostra mente? Com'è possibile non costruire neppure un'azione?
Se cercate sul vocabolario la parola azione troverete codesto significato: l'agire, l'operare, il fare, COME MANIFESTAZIONE DI VOLONTA'.
Ergo, il buttare avanti la palla nella speranza che qualcuno la butti dentro... che sia un attaccante o un avversario poco importa, l'importante è che la rete si gonfi... non è una manifestazione di volontà, bensì un incrociare le dita nella speranza che il miracolo avvenga.
Il miracolo non esiste, ragazzi. Volete capirlo o no? Così come le madonne non piangono sangue, così come i morti non risorgono, così come dal coma irreversibile non si esce, è altrettanto vero che con l'improvvisazione calcistica non si va da nessuna parte. Certo, la speranza è l'ultima a morire. Ma la speranza va anche alimentata, ad esempio da una fitta trama di passaggi tra giocatori che in campo sono disposti ciascuno nella propria zona di campo. Correndo in mezzo al campo invece di camminare. Oppure chiamando l'uomo al proprio compagno di squadra. Oppure non fermarsi dopo aver perso la palla. Tante goccioline riempiono il vaso, ragazzi! Si deve reagire, e nessuna scusa è lecita.
Nes-su-na.
Ciascuno di noi ha una testa pensante, e sa benissimo che con l'improvvisazione non si va lontano. Ci vuole il giocare la palla, il farla girare, il farsi trovare liberi e smarcati, il rincorrere l'uomo, il dare una mano ai compagni in difficoltà, l'applaudire gli errori premiando l'intenzione. Ci vuole lo spirito di sacrificio. Oppure si resta dove siamo, nella palude del sesto posto, fatta di rari colpi di genio e di tanta sregolatezza. Il campionato è ancora aperto, primo posto a parte. Ora sta a noi dimostrare che siamo qualcosa in più di quello che la classifica impietosamente mostra. Quel qualcosa in più la fanno gli uomini. Nessun altro.
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